
Massimo Gardano (Foto Marco Lussoso)
Pubblicato il 17 maggio, 2025 22:00 |
by Michele Balossino
Pro Vercelli-Pro Patria, le interviste post-partita
PRO VERCELLI PRO PATRIA PLAYOUT INTERVISTE / VERCELLI – Ancora collegati dallo stadio “Silvio Piola” di Vercelli, vi trasmettiamo le dichiarazioni a caldo dei protagonisti di Pro Vercelli-Pro Patria: ecco tutte le interviste.
PRO VERCELLI-PRO PATRIA, LE INTERVISTE POST-PARTITA
FRANCESCO MUSUMECI
Per prima cosa vanno fatti i complimenti alla Pro Patria: non sono frasi di circostanza, ma che sento veramente. Mi è dispiaciuto che una delle due squadre della zona dovesse andare giù, anche perché con la Società Pro Patria abbiamo sempre avuto un rapporto di stima, aldilà della rivalità tra i tifosi. Per questa salvezza vorrei ringraziare innanzitutto Massimo Gardano e il suo staff, perché hanno preso la squadra in un momento delicato: grandi complimenti a loro, così come a Mister MArco Banchini e Mister Paolo Cannavaro e i rispettivi staff. Se abbiamo fatto questi punti, c’è il contributo di tutti. Vengo poco in conferenza stampa, però datemi la possibilità di ringraziare la famiglia Pinciroli che mi ha dato l’opportunità di misurarmi in un campionato così difficile in una piazza gloriosa come quella della Pro Vercelli. Poi ringrazio tutte le persone che nei tanti momenti difficili sono sempre state vicine a noi: lo staff medico, Gianvito Clemente, Jean, Ina, Renzo, Stefano Antona, Antonello della Biverbanca, Alessandro Piccica, Mattia Serchione, Tiziana, il segretario Toti, il mio collaboratore Giuseppe Carbonaro, Enzo, Paolo Guidetti. Infine voglio ringraziare la mia famiglia che mi ha permesso di stare così lontano da casa e mia cognata che sta lottando con qualcosa di più importante di una vittoria o una sconfitta. Comi per me è come un fratello minore: la tac è negativa, posso rassicurarvi sulle sue condizioni e siamo tutti felici. Sapevo che sarebbe stata un’annata difficile, perché non c’era una situazione rosea: si voleva ridimensionare le spese e il budget per costruire la squadra era risicato. Io non volevo rinunciare alla sfida di tornare alla Pro Vercelli, dove ero stato bene. Abbiamo venduto Louati a gennaio e non lo abbiamo sostituito. Siamo arrivati contati alla fine. Mi dispiace che alcuni giornalisti abbiano deviato l’attenzione su certi aspetti: l’unica soluzione era puntare sui giovani. Non volevamo soffrire così tanto e far soffrire i tifosi. Ci sono state critiche che mi hanno fatto male e ferito, ma ho tenuto botta e sono andato avanti. Gli errori ci sono stati e cercherò di non farli più, Vercelli è stata una palestra incredibile. Comi sta bene, siamo andati in ospedale: un pezzo di partita non l’ho visto, ero con lui. Qui abbiamo creato una famiglia. Quando sono arrivato qui, mi hanno detto che se ci fossero stato richieste per Comi, avrei dovuto farlo andare; l’anno prima era andato a Crotone e aveva fatto pochi gol. Era nell’occhio del ciclone. Io ho dichiarato che avevano sbagliato Direttore, perché sarei partito da Gianmario Comi a costruire la squadra. Tutti sappiamo quanto lui sia legato alla piazza e i tifosi siano legati a lui. Per tenerlo, ho dovuto limare altre spese, ma non mi sarei mai privato di lui: i fatti dicono che ha fatto 17 gol. Questa salvezza è di Comi e dei suoi compagni. Da giovedì è cambiata la prospettiva della Pro Vercelli, è arrivato un gruppo importante con idee altrettanto importanti. Io sono a disposizione della Società, poi in base alle loro decisioni vedremo il da farsi. I tre fischi dell’arbitro di oggi sono stati una liberazione. Il ricordo più bello? La vittoria nel derby con il Novara: sembrava che potessimo fare un altro tipo di campionato, poi abbiamo avuto tanti infortuni.
MASSIMO GARDANO
Dopo la precedente salvezza, quella di oggi è stata un po’ più difficile. Anzi, il percorso è stato più difficile. Intanto dedico la salvezza a mia mamma: domenica era la festa della mamma e mi ha sgridato perché avevamo perso. Ora le dedico questa vittoria. Quella di oggi è una bella emozione: lo stadio era pieno e ha segnato un ragazzo che ci tiene tantissimo, non è un caso. Un ragazzo cresciuto alla Pro Vercelli e tifoso della Pro Vercelli. Sono cose che contano, come conta la disponibilità che mi hanno dato i membri dello staff che hanno accettato di accompagnarmi in questa sfida fin da subito. Non è retorica, però dietro a questa salvezza ci sono 19 giorni di lavoro a testa bassa. Tutti si sono resi disponibili, anche se non hanno avuto spazio. I ragazzi sono cresciuti e hanno fatto parte di un’idea presentata il primo giorno. Parlo soprattutto di gente che, in due partite, non hanno fatto un minuto. Futuro? Non sono più un allenatore. Questi 19 giorni mi hanno fatto capire che forse sono ancora in grado di fare questo mestiere, ma sono Responsabile del Settore Giovanile e sono emozionato per aver ricevuto messaggi da tanti genitori dei ragazzi del nostro settore giovanile. Comi è un ragazzo che ci tiene tantissimo, aldilà dei numeri: abbiamo subito chiesto delle sue condizioni, ci hanno rassicurato che non c’è nulla di grave. Dopo lo chiamerò. Oggi dovevamo vincere, fare gol e non prenderlo perché sarebbe stato un problema. Volevamo essere più aggressivi, senza perdere equilibrio. Gli ultimi dieci minuti, è normale, non erano più calcio. Mi scuso con il collega della Pro Patria, ma sono sicuro che mi capisce e che a situazioni invertite avrebbe fatto lo stesso. Ringrazio lo staff e tutti quelli che lavorano quotidianamente per la Pro Vercelli. Abbiamo fatto un grande lavoro, anche di calcio: non era facile mettere in piedi due partite così. In questi 19 giorni tante volte ho pensato di tornare a fare l’allenatore, però ho pensato allo stress. Durante l’anno è minore, qui erano due partite da dentro o fuori. Dopo l’andata c’era dispiacere, non abbattimento. In qualsiasi percorso sportivo, la fortuna, l’anima, il cuore e l’appartenenza sono parti fondamentali. Sono io che devo ringraziare i ragazzi per la disponibilità e per l’approccio, non loro che devono ringraziare me.
ALESSANDRO ROMAIRONE
Grazie a tutti, penso sia una storia scritta nelle stelle: una storia di karma, tenacia e destino. Ho sempre segnato questa giornata, ci ho sempre creduto. Mi sono sempre sudato la maglia, nella precedente esperienza e nelle piazze dove ho fatto la gavetta nella categoria inferiore. Quando il Direttore Musumeci mi ha chiesto di dare una mano a questa squadra, perché conosceva i miei valori umani più che tecnici, ho subito accettato con entusiasmo. Sono di Vercelli e andavo in Curva a tifare. Il Mister, da quando è arrivato, mi ha subito dato grande fiducia. Ho saputo prenderla e sfruttarla per questa giornata che difficilmente dimenticheremo. Aspettavo il momento giusto per il primo gol, ne vale dieci. Vale una salvezza troppo importante, che ci meritavamo per tutto quello che abbiamo passato in questi mesi. E lo meritavo anch’io. Di Serie D non volevamo sentirne parlare, volevamo fortemente rimanere in Serie C. Portiamo a casa questa grande partita, sono contento di averci messo la firma. Ho già riguardato il gol più volte, sono emozioni forti e sassolini che si tolgono dalle scarpe. Ho cercato lo sguardo in tribuna dei miei amici e di chi mi è sempre stato vicino, stasera festeggerò con loro. Quando tieni a qualcosa, dai quel qualcosa in più: venivo allo stadio a 5 anni con lo stemma della Pro Vercelli disegnato sul volto. Ho cercato di spronare i miei compagni, perché credevo a questa salvezza.