Giovanili Robba


Luca Robba, istruttore dei Pulcini 2006 (Foto Ivan Benedetto)
Pubblicato il 19 gennaio, 2015 15:36 | by Hervé Sacchi

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Pro Vercelli: linea verde anche sugli allenatori

PRO VERCELLI GIOVANI ALLENATORI SETTORE GIOVANILE / VERCELLI – Per chi si fosse perso l’edizione cartacea di Magica PRO, uscito sabato 17 gennaio, pubblichiamo sul nostro sito lo speciale sui giovani allenatori del settore giovanile.

 

I giovani sono il futuro. E il futuro è quanto di più importante possiamo augurarci di formare nel presente. Pensieri filosofici ma con fondamenti di verità. Anche il gioco del calcio sta iniziando a puntare sui giovani: negli ultimi anni ci sono stati maggiori investimenti nei settori giovanili, complice anche la crisi che non permette più – anche alle squadre di primo livello – ingenti investimenti per giocatori già formati. Bisogna scoprire prima il probabile campione, formandolo attraverso un percorso di crescita attento e responsabile. Un progetto questo che anche la Pro Vercelli sta seguendo da vicino, attraverso una schiera di altrettanto giovani e validi istruttori che si stanno mettendo in luce alla guida delle formazioni giovanili.

ROBBA: “PRIMA SI SBAGLIA, PRIMA SI CORREGGE”

Tra questi c’è Luca Robba, istruttore classe 1988 che da sette anni ricopre sta studiando per diventare allenatore. Lui allena i Pulcini 2006 e collabora anche con i Giovanissimi di Fascia B, classe 2001. Il percorso di Luca è minuzioso, come ci ha spiegato nell’intervista:«Mi sono laureato in scienze motorie e ora sto per conseguire la specialistica. Ho preso parte ai corsi FIGC e UEFA B, poi l’apprendimento continua attraverso corsi di aggiornamento e partecipazioni a sessioni di allenamento su altri campi». Con la sua squadra, Robba lavora principalmente sulla tecnica individuale:« È importante, così come la coordinazione. Lavoriamo molto sull’uno contro uno, e anche sul due contro uno. E poi c’è anche la tattica individuale». Il risultato, quando hai 8 anni, non è – ancora – la cosa più importante:«Devono divertirsi, ma nella partita ci sono particolari richieste, ad esempio chiedo loro di forzare la giocata. Meglio sbagliare e correggersi che non tentare proprio».

MASSA: “ALLENIAMO IN MODO CHE SAPPIANO COSA AFFRONTERANNO”

Gli errori stanno alla base del gioco. E proprio sugli errori, Giacomo Massa allenatore degli Esordienti del 2004, riflette con i suoi ragazzini poco prima di una partita: «Prima di entrare in campo si introduce la partita e si parla di ciò che è stato fatto in settimana, affrontando anche gli errori fatti che bisogna cercare di evitare». Classe 1992, Massa è un altro dei giovani allenatori della Pro Vercelli, messo già alla prova di un calcio diverso rispetto a quello dei pulcini: «Noi giochiamo a nove e dunque si va verso il calcio vero. Il lavoro è orientato sotto il profilo tecnico, ma si cerca di sviluppare le attitudini individuali e collettive, in modo che il bambino possa migliorare tecnicamente. Puntiamo anche su aspetti cognitivi e situazionali, in modo che sappiano cosa un giocatore dovrà sostenere durante la carriera».

DI BENEDETTO: “CI SONO DELLE PROMESSE, MA LA VITA PUO’ CAMBIARE TUTTO”

Il più giovane di tutti è Federico Di Benedetto. Classe 1994, la sua storia è cambiata in seguito a un infortunio:«Ho avuto alcuni problemi fisici e poi mi sono rotto la gamba. Ho dovuto smettere, ma non volevo rimanere lontano dal campo. Ero troppo appassionato e così ho deciso di iniziare ad allenare a Pino Torinese». Dopo aver lavorato al Chisola, Di Benedetto è arrivato a Vercelli lo scorso ottobre, seguendo le orme di Alberto Lampo. Attualmente Di Benedetto ricopre il ruolo di istruttore dei Pulcini 3° anno, annata in cui il lavoro con il pallone diventa prioritario:«Il lavoro tecnico è importante. Noi lavoriamo con una palla per ogni bambino all’inizio di ogni allenamento. Poi si lavora a coppie. Pian piano si vanno a introdurre i primi principi di tattica, individuale e di squadra». Contrariamente a quanto pensano i suoi colleghi, Di Benedetto pensa che, pur da piccoli, ci siano già elementi che possono avere un futuro:«Secondo me si vede. Poi è chiaro che sono piccoli e durante lo sviluppo ci sono bambini che sembravano non poter avere una crescita mentre poi in adolescenza diventano forti. Ci sono sempre delle promesse, ma poi la vita può cambiare tutto».

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