News Francesco Modesto (Foto Ivan Benedetto)


Francesco Modesto (Foto Ivan Benedetto)
Pubblicato il 22 gennaio, 2021 13:59 | by Alessandro Borasio

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Pro Vercelli, Modesto in conferenza: “A Novara per seguire il nostro credo”

PRO VERCELLI CONFERENZA STAMPA MODESTO / VERCELLI – Al termine della rifinitura, mister Francesco Modesto è salito in sala stampa per parlare con i giornalisti. Ecco le parole del tecnico della Pro Vercelli in vista del match di Serie C contro il Novara.

 

PRO VERCELLI, LA CONFERENZA STAMPA DI MISTER MODESTO ALLA VIGILIA DEL NOVARA

Sappiamo le difficoltà che andremo ad affrontare, è una partita sentita da tutti: è il derby ed i nostri tifosi aspettano questa partita da tanto tempo. Giustamente i tifosi vogliono vedere un match dove nessuno molla: dev’essere l’atteggiamento della squadra. Vincere duelli e contrasti sarà molto importante, sappiamo che il Novara ha valori importanti per la categoria ed ha giocatori di categoria superiore. Questa partita da stimoli a tutti, sia a noi che a loro. È davvero sentita questa partita.

Noi dobbiamo essere noi stessi con il nostro atteggiamento che ci ha sempre contraddistinto: dobbiamo seguire il nostro credo. È normale avere rispetto per loro, sono una squadra costruita per stare in alto in classifica. Per loro è stimolante giocare questo match, dobbiamo essere bravi sereni e tranquilli. Dobbiamo giocare come sappiamo.

Ai miei giocatori ho detto che queste sono le partite dove se non arrivi con la testa e la concentrazione alta, senza il piglio giusto dal primo minuto, rischi. Dobbiamo essere bravi a leggere le situazioni della gara: bisognerà soffrire in certi momenti ed altri in cui si deve attaccare ed essere tosti nei duelli. La Pro è una squadra dove il risultato da tutto, quando abbiamo avuto risultati negativi la nostra autostima è venuta un pò a mancare. Siamo una squadra matura, seppur giovani, ed abbiamo sempre reagito bene: Piacenza e Pontedera sono la conferma. La mia squadra reagisce, non mi preoccupo: si divertono in partita ed in allenamento, non mi preoccupo.

Ormai giocare senza nessuno allo stadio è un’abitudine: sarebbe stato bello vedere lo stadio pieno. La gente manca, ma il Covid ci blocca e dobbiamo sperare che si possa tornare alla normalità a breve: il pubblico da stimolo e voglia di fare un qualcosa in più.

Non penso ci siano problemi muscolari dettati dal nostro tipo di calcio: tutto viene dal lavoro e da come lo si svolge, ad un certo punto i giocatori non se ne accorgono nemmeno se si lavora bene. L’intensità è quella e l’abitudine è fondamentale: l’infortunio muscolare caratterizza tutte le squadre, sia quelle che vanno piano sia quelle che vanno forte. Sono parte del gioco (gli infortuni): specialmente in inverno che è ancora un aspetto più marcato. Noi continuiamo con il nostro credo, la squadra si esprime bene ed accetta di stare uno contro uno o di andare ad aggredire forte l’avversario. I ragazzi mi hanno dato questo modo di giocare, se non lo avessero accettato avrei fatto altri accorgimenti. Awua farà parte del gruppo a Novara, è un giocatore che conosciamo. Il Direttore lo segue da agosto, è stato bravo a prenderlo ed ha caratteristiche diverse: è dinamico, ha una cattiveria importante ed è bravo nell’uno contro uno. Legge bene le situazioni, in questa squadra può fare ottime cose.

Zerbin è giusto che abbia le sue responsabilità, idem Della Morte o Comi: senza le giocate non si fa gol. Tutto è dettato dal modo di giocare, noi dobbiamo poi sfruttare le caratteristiche di chi sta in campo. Qualsiasi squadra ha giocatori che provano la giocata, chi gioca davanti deve fare l’uno contro uno e saltare l’uomo: il calcio è questo, è bello lasciare libertà. Ogni caratteristica porta vantaggi a tutti, i risultati vengono dai giocatori di talento. Molte volte si pensa al dato fisico, io non ci credo molto: dipende dalle situazioni che si creano. Con il Livorno abbiamo fatto benissimo ma non abbiamo concretizzato. Se si concretizza si porta qualcosa a casa, è normale: nel calcio esiste tutto, dal momento che va al momento che non va. Con la Carrarese ho avuto la sensazione che tutti andassero ai duecento all’ora, questo fa la differenza. Ci si esalta, caratteristiche comprese, e si provano a fare le cose senza timore: più si è liberi di testa e più i calciatori vanno. I risultati danno autostima, la stessa cosa succede a me ed è giusto che sia cosi: noi vogliamo vincere perché la vittoria è quello che da più gratificazione.

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