Rassegna Stampa Massimo Secondo (Foto Ivan Benedetto)


Massimo Secondo (Foto Ivan Benedetto)
Pubblicato il 29 aprile, 2020 08:30 | by Michele Balossino

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Pro Vercelli, Secondo a Tmw Radio: “La Serie C deve finire qui”

PRO VERCELLI INTERVISTA SECONDO TMW RADIO COVID-19 / VERCELLI – Raggiunto dai colleghi di Tmw Radio, il Presidente della Pro Vercelli Massimo Secondo ha parlato ai microfoni della trasmissione Stadio Aperto. Ecco le sue dichiarazioni: “Per me è stata ancora più complicata la quarantena, perché io mi occupo di gestione di assistenza per anziani, quindi è stato lavoro sette giorni su sette perché ci siamo trovati abbandonati, senza aiuto né riferimento in una situazione grave e drammatica. Stiamo lavorando, facendo del nostro meglio per proteggere i nostri ospiti e operatori. Francamente mi sono un po’ dimenticato del calcio in questo periodo, lo dico con tutta franchezza: ci sono cose più importanti”.

 

PRO VERCELLI, L’INTERVISTA DI MASSIMO SECONDO A TMW RADIO

Cosa pensa della ripresa? “Non entro nel merito delle altre categorie, ma il protocollo è assolutamente inattuabile in Serie C. Non è oggi il caso di immaginare di mettere a rischio lo staff e i collaboratori. Per giocare una partita servono medici che possono avere di meglio da fare in questo periodo. Gli altri campionati la gestiranno come credono, la Serie A ha potenzialità economiche diverse, ma le considerazioni sono simili. Nella prossima assemblea voterò per la chiusura del campionato, poi quello che uscirà non so cosa sarà, ma di sicuro sarà una proposta per il Governo. La C è diversa dalla A: è sempre calcio professionistico, e forse dovrebbe essere qualcosa di diverso. Il campionato deve finire qua e prepararsi a ricominciare con regole nuove quando sarà”.

C’è rischio di compromettere anche la nuova stagione? “Quando FIGC e Governo ci indicheranno di mettere la parola fine, spero che non ci siano ricorsi, è un malcostume tutto italiano. Qui parliamo di una tragedia, tra un po’ conteremo 30.000 persone morte, ci saranno presidenti pronti a fare ricorsi… Io, sarà la posizione di classifica, ma bisogna prendere atto che la cosa sia straordinaria, nessuno poteva prevederla o contrastarla, non ci sono state decisioni di qualcuno contro qualcun altro, ma solo cause di forza maggiore. Vedremo se l’eventuale provvedimento si potrà prestare o meno a dei ricorsi”.

Si è parlato poco di come il calcio ripartirà a livello economico? “Credo che ci si sia dedicati troppo a protocolli per eventuali riprese e troppo poco a pensare a ripartire in tempi e modi giusti l’anno prossimo perché la C sia sostenibile. L’unico possibile è un futuro in cui la C sia una categoria autosostenibile, non importa se professionisti o semi-professionisti. Non si può pensare di sopravvivere con presidenti che ci rimettono di tasca loro, non da 60 squadre ma forse da 20. Si sta ragionando anche con Ghirelli, ma sempre delle stesse cose, ci sono paradossi che vanno corretti. La Juventus paga l’ingaggio a Ronaldo e versa contributi all’INPS per i primi 300.000 euro d’ingaggio, è un’evidente agevolazione per il calcio professionistico di alto livello. La Serie C non gode di alcuna agevolazione, gli stipendi sono tassati integralmente, mentre in A il tetto massimo è a 300.000 euro, ci sono regole da cambiare. Il Governo deve decidere se avere 60 squadre di Serie C che fanno giocare ragazzi e coltivano un calcio positivo, simpatico anche fuori alle metropoli, allora deve sostenere questo calcio. Se vogliamo solo quello di Sky che lotta per le coppe europee, è un errore. Si perde moltissimo, non ci sono più luoghi di aggregazione, è rimasto solo lo sport. C’è un’importanza strategica in C da sfruttare”.

C’è la volontà? “Dire che la Serie A è come la Serie C non ha senso. Loro magari si chiuderanno negli hotel per settimane o mesi, decideranno… La Serie C è totalmente diversa e spero che Governo e FIGC abbiano la capacità di discernere tra chi rischia e un calcio più sociale. Anche la cassa integrazione, richiesta e non prevista, per gli stipendi da 50.000 euro lordi, che vuol dire 1800-2000 euro al mese… Tutte le aziende avranno le loro casse integrazione in deroga per questo tipo di impiegati, non si capisce perché a noi no. Non la sto chiedendo per Cristiano Ronaldo… Sono lavoratori dello sport che hanno gli stessi titoli degli altri. Se Cristiano Ronaldo, e non ce l’ho con lui ma è solo un simbolo, non prende due mesi di stipendio non credo che si lamenterà”.

Cosa non è andato nelle Rsa? “In Italia tutto viene posto sotto indagine, vedremo che accadrà. Il vizio di questo paese di cercare colpa per qualsiasi cosa accada questa volta ci porta veramente fuori strada. I numeri danno le Rsa italiane con meno vittime rispetto a Francia, Spagna e Gran Bretagna. Numeri dell’OMS. Gran parte delle vittime, poi, sono anziani e nelle Rsa ci sono persone oltre 65 anni. Le Rsa poi accolgono anziani non auto-sufficienti con, al più, patologie croniche. Il Covid-19 è una patologia acuta, e quando accade si manda in ospedale dove viene curato, stabilizzato ed eventualmente rimandato indietro. Non si è potuta fare questa cosa perché gli ospedali scoppiavano, non ricevevano più nessuno, e le Rsa si sono trovate a fare un mestiere che non è il loro. Non è colpa delle Rsa, se mi passate l’esempio calcistico è come se alla Pro Vercelli venisse chiesto di giocare la finale di Champions League. Non siamo pronti, era un secolo che non accadeva una cosa del genere. Vi posso assicurare che noi e i nostri operatori lavoriamo al 110% notte e giorno ormai da sessanta giorni per fare il possibile, e a proposito di questioni economiche per i DPI abbiamo speso cifre che non so quanti anni serviranno a recuperare, visti gli aumenti che ci sono stati”.

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