Pro Vercelli, la presentazione ufficiale di Mister Michele Santoni
PRO VERCELLI CONFERENZA PRESENTAZIONE MICHELE SANTONI / VERCELLI – Giornata di presentazioni in casa Pro Vercelli. Da pochi minuti, infatti, si è conclusa la conferenza stampa di presentazione di Mister Michele Santoni. Ecco, dunque, le sue prime dichiarazioni.
PRO VERCELLI, LA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DI MISTER MICHELE SANTONI
FILOMENO ROCCO FIMMANÒ
Buon pomeriggio a tutti e grazie per essere qui. Oggi presentiamo Mister Michele Santoni, in una giornata molto speciale per la Pro Vercelli: è la giornata dell’anniversario, si aggiunge un anno in più alla storia. Premetto che abbiamo voluto fortemente Mister Santoni: innanzitutto perché racchiude tutto quello che ci siamo detti con il Presidente Deléchat qualche giorno fa. Racchiude quella dimensione internazionale che serve a crescere e a rafforzare l’identità. Il Mister porta concetti, idee: non solo per quello che riguarda il campo, ma anche fuori. Cerca di dare una disciplina che possa arricchire tutti. Oltre alle competenze tecniche, dopo tante esperienze in Olanda e in Italia, può veramente arricchire il progetto. Lo staff è giovane, ha veramente idee e concetti importanti e innovativi, variegati, che possono dare un grande contributo.
MICHELE SANTONI
Per il modo in cui mi piace lavorare, tendo a responsabilizzare tutte le persone che stanno attorno a me. Bisogna creare una certa cultura, perché dobbiamo stare insieme: le squadre vincenti non lo sono solo per un’ora e mezza in campo, ma lo sono anche fuori. Questa è la mia cultura anglosassone, basata sul lavoro e sulla fiducia nei confronti di tutti. Sappiamo cosa può dare ognuno di noi. Abbiamo bisogno di tanta positività. Non mi considero un allenatore che sa tutto di tutti: abbiamo tanti consulenti che lavorano con noi, è il loro lavoro specifico e ne sanno molto più di me. Il mio lavoro è fare in modo che tutte queste persone lavorino bene tra di loro, con l’obiettivo di portare la Pro Vercelli a ottenere i risultati più positivi possibili, facendo crescere i giovani che è la volontà del Bridge Football Group. Il Bridge è molto ben strutturato, la Pro Vercelli è una delle squadre del gruppo. L’obiettivo è quello di puntare sul talento italiano, magari piemontese e vercellese se possibile. C’è molta attività di scouting, probabilmente non avremo solo italiani in rosa. Dobbiamo cancellare un po’ di negatività da alcuni giocatori per le ultime stagioni. Il gruppo scouting in Olanda visiona molti giocatori. Io conosco molto la Serie C italiana e ho dato alcuni input: per esempio, Cristiano Furno lo conoscevo già e con il suo agente siamo riusciti a trovare l’accordo. Però non c’è mai una scelta individuale, siamo un gruppo di lavoro che analizza tanti profili. Le scelte sono fatte insieme e condivise. Sappiamo di aver bisogno dell’esperienza di giocatori come Comi, Iotti e gli altri della rosa. Però vogliamo anche giocatori di prospettiva, vogliamo creare valore. Modulo? Sono undici nomi su un pezzo di carta come dicono tanti allenatori, quello sarà sempre 4-3-3. Questo è un modulo che fa parte della mia cultura e che il Bridge ha scelto per tutte le società del gruppo. L’obiettivo è creare una linea comune tra tutte le squadre che ne fanno parte. Siamo una grande famiglia: giochiamo allo stesso modo, facciamo gli stessi test medici. Sono un allenatore cui piace molto il dinamismo, lo scambio dei ruoli: guardando la partita, può sembrare che la squadra non sia schierata 4-3-3. Ma questo è il calcio moderno: mi piace attaccare con cinque persone, addirittura sei se possibile, e mi piace difendere a quattro; mi piace attaccare gli spazi, un calcio a grande intensità, con sovrapposizioni. Mi piace dominare e dettare i tempi, sia con sia senza la palla. Sono molto influenzato dal modello Ajax, dove ho lavorato per cinque anni: quel calcio propositivo mi appartiene. Trieste? Qualsiasi esperienza, positiva o negativa, insegna qualcosa: sono stato molto bene, faccio fatica a parlarne bene. Ho tanti amici, il problema è che da allenatore vuoi fare tante cose nuove; avrei forse dovuto fare più domande sul progetto. Quando me ne sono andato, i giocatori erano provati e dispiaciuti: ma questo è il calcio. Spero che la Triestina si salvi. Il Bridge Football Group ha scelto Vercelli anche per il settore giovanile, perché sono sempre usciti talenti: l’anno scorso in pianta fissa hanno giocato Rutigliano e Coppola, ma sappiamo che in Primavera ci sono altri giocatori interessanti. Io penso che per un Club glorioso come la Pro Vercelli, per ricreare attaccamento alla maglia, si debbano utilizzare le risorse del territorio. Bisogna vincere le gare e l’esperienza è fondamentale in Serie C: ci vuole, dunque, il giusto equilibrio. La rosa verrà costruita in quel modo lì. La rosa dovrà essere di venti giocatori, più tre portieri. Se dovesse mancare qualcuno, attingeremo dal Settore Giovanile. Il gruppo investirà molto sul Settore Giovanile: il Presidente e il Direttore hanno dovuto risanare diversi problemi, ci puntiamo molto. Uno dei miei collaboratori arriva dall’AZ Alkmaar, il miglior settore giovanile olandese. Dobbiamo fare in modo che i giovani crescano e arrivino in prima squadra. La Società sta investendo molto anche sulle infrastrutture, per mettere i giocatori nelle condizioni migliori per esprimersi. Vi faccio un esempio: il Den Bosch, dopo undici giornate, ha esonerato l’allenatore nonostante fosse primo in classifica perché non lavorava con i giovani. Ho parlato con il gruppo, ad aprile avevamo già le idee chiare. Ho spiegato loro cosa serve in un campionato difficile come la Serie C. Non so quanti giocatori arriveranno, sicuramente arriverà qualcuno a metà campo: potrebbero essere quattro o cinque giocatori. Molti giocatori che ho trovato qui mi hanno colpito. Qualcosa cambierà. Se qualche giovane avrà bisogno di fare minutaggio, andrà in Serie D: li seguiremo attentamente. Umberto Germano è un ragazzo straordinario: ha avuto un’annata molto difficile; ha un ruolo molto specifico nella rosa e, al momento, siamo occupati in quella posizione: ci sono Piran e Pino, non possiamo chiudere lo spazio a questi due giovani. Da qui alla chiusura del mercato c’è tempo. Poi in quel ruolo abbiamo anche Martiner. Sarei felicissimo dal punto di vista umano, con Germano ho avuto un ottimo rapporto. Però oggi, dal punto di vista societario, non c’è quello spazio lì. Faremo le nostre considerazioni.