Esclusive Alberto Gilardino (Foto Ivan Benedetto)


Alberto Gilardino (Foto Ivan Benedetto)
Pubblicato il 12 giugno, 2020 16:11 | by Michele Balossino

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ESCLUSIVO – Pro Vercelli, Gilardino: “Obiettivo stagionale raggiunto”

PRO VERCELLI INTERVISTA ESCLUSIVA ALBERTO GILARDINO / VERCELLI – Con le decisioni del Consiglio Federale, si è ufficialmente conclusa la stagione regolare del campionato 2019/2020 di Serie C: gli ultimi verdetti saranno emessi dalle gare di playoff e playout, che incominceranno dal prossimo 27 giugno. Impegni che non vedranno protagonista la Pro Vercelli che, chiudendo al quattordicesimo posto, ha centrato in tranquillità l’obiettivo salvezza dichiarato dalla Società ad inizio stagione. A tracciare il bilancio dell’annata appena terminata è stato Mister Alberto Gilardino. Ecco, dunque, le sue parole in esclusiva.

 

PRO VERCELLI, L’INTERVISTA ESCLUSIVA A MISTER ALBERTO GILARDINO

Buongiorno Mister, innanzitutto le chiedo come sta e come ha trascorso questo lungo periodo lontano dai campi per l’emergenza Covid-19. Fortunatamente io e la mia famiglia stiamo bene, questa emergenza è stata un duro colpo per tutti; è una situazione che ci ha segnati profondamente, ma sono convinto che noi Italiani ne usciremo più forti di prima perché abbiamo grande forza e voglia di ritornare a vivere, tornando a fare quello che facevamo prima di questa pandemia. C’è grande voglia di tornare a lavorare, di uscire e di provare a ritornare alla normalità: da qualche settimana questo si percepisce nell’aria, ci rialzeremo. Questa è una caratteristica meravigliosa del popolo italiano.

Con le decisioni del Consiglio federale si è ufficialmente conclusa la stagione 2019/2020 della Pro Vercelli: 31 punti in 26 partite e obiettivo di inizio stagione raggiunto. Sono stati otto mesi importanti, che mi hanno lasciato un bagaglio tecnico e umano fondamentale per la mia crescita da allenatore, per quella dello staff e per i ragazzi: non posso che ringraziare il Presidente Massimo Secondo per la grande opportunità che mi ha dato ad inizio stagione, il Direttore Sportivo Massimo Varini che mi è sempre stato accanto e mi ha aiutato tantissimo. Senza dimenticare tutte le persone che quotidianamente hanno lavorato dietro le quinte: la Pro Vercelli è una piccola famiglia, non ci sono tante persone ma tutte lavorano con grande voglia giorno e notte per fare in modo che tutto vada nel migliore dei modi. Per quanto riguarda l’aspetto sportivo, a luglio ci eravamo dati come obiettivo la salvezza: arrivare allo stop, non deciso da noi ma imposto dall’emergenza, con alcuni punti di vantaggio sulla zona playout e a pochi punti dai playoff dimostra che abbiamo fatto veramente un ottimo lavoro. Merito di tutti noi, ma bisogna dare atto ai ragazzi che hanno sempre lavorato con umiltà, dedizione e caparbietà per raggiungere l’obiettivo.

Come giustamente dichiarato a più riprese dalla Società, la salute e la sicurezza vengono prima di tutto. Ma provando a concentrarsi solo sull’aspetto calcistico, quanto rammarico c’è per l’interruzione del campionato? Dove poteva arrivare la squadra a suo avviso? Il nostro obiettivo, come più volte ribadito, era quello di salvarci: con qualche giornata d’anticipo o all’ultima partita poco sarebbe cambiato, l’importante era mantenere la categoria come richiesto dalla Società. L’obiettivo è stato raggiunto e siamo contenti, anche se sarebbe stato più bello giocare le ultime partite e conquistarci il traguardo sul campo. Questa squadra ha sicuramente prospettiva, ci sono giocatori molto giovani che possono migliorare e giocatori più esperti che hanno dato una grande mano in campo e all’interno del gruppo, con grande spirito di sacrificio. E anche chi ha giocato meno è sempre rimasto dentro il gruppo, questo è stato fondamentale. Dopo la sconfitta di Crema con la Pergolettese c’era grande voglia di tornare in campo, riscattarci e conquistare più punti possibili.

Tornando alle partite giocate, c’è stato un momento, un episodio in cui ha capito che la squadra avrebbe raggiunto l’obiettivo prestabilito? Diciamo che è stato un susseguirsi di partite e di lavoro quotidiano: questo ti fa capire che la squadra c’è, lavora, si sacrifica e ha voglia di migliorare. Queste cose ti trasmettono fiducia e consapevolezza di poter raggiungere gli obiettivi prefissati. Poi certo, la vittoria nel derby di Novara, quella di Como, quella di Gozzano e la vittoria casalinga con il Pontedera sono segnali importanti nell’arco di un campionato.

Da calciatore ha vissuto tanti momenti indimenticabili. Nella sua esperienza da allenatore alla Pro Vercelli, quale ricorda con particolare affetto? Senza dubbio il derby vinto sul campo del Novara, è stato qualcosa di incredibile e unico; è stata una partita sofferta e combattuta. Siamo andati in vantaggio dopo una manciata di secondi con il gol di Comi, credo che vincere un derby in quel modo ti dia una grande forza per il prosieguo della stagione. Possiamo dire che è stata un’annata ricca di emozioni.

Che differenza c’è nel vivere una grande impresa da calciatore e una da allenatore? Da giocatore sei parte di un gruppo, è bellissimo, stupendo. Non pensavo fosse così bello ed emozionante anche da allenatore: perché è un lavoro che parte da lontano e raggiungere un obiettivo insieme allo staff è qualcosa di unico e gratificante.

Invece c’è qualcosa che vorrebbe cambiare, se potesse tornare indietro? Sinceramente no. Bisogna sempre crescere e migliorare, in questi tre mesi di stop forzato ho avuto la possibilità di comprendere tante cose e di aggiornarmi, guardando partite, riguardando le nostre e osservando tantissimi giocatori. Quindi, guardandomi indietro, posso dirmi soddisfatto del lavoro svolto.

Proviamo a sorridere. Le mancano di più il campo o le infuocate sfide a calcio-tennis con il suo vice Gaetano Caridi? Le partite a calcio-tennis con Tano Caridi al termine degli allenamenti erano una valvola di sfogo. Siamo stati impegnati veramente tanto nel corso della stagione, è stato il mio braccio destro, mi ha dato una grandissima mano e mi è sempre stato di supporto anche nei momenti più difficili. Per questo ci tengo a ringraziarlo, così come voglio dire grazie a tutti gli altri membri del mio staff e, come ho già detto, a tutti coloro che lavorano dietro le quinte per far sì che la Pro Vercelli possa ottenere grandi risultati. Tornando al calcio-tennis, naturalmente vincevo quasi sempre io (ride, ndr.).

Non volevo parlare del Mondiale 2006, però proprio il 12 giugno di quattordici anni fa iniziava la cavalcata verso una delle più grandi imprese del calcio italiano. È stata la forza del gruppo che ci ha permesso di compiere quell’impresa in Germania, è stata una grande prova di maturità da parte di tutti. Mister Lippi è stato bravissimo, perché ha plasmato a sua immagine e somiglianza la squadra. E poi è stato un susseguirsi di emozioni e di partite vinte, anche ai supplementari come quella contro la Germania con il mio assist a Del Piero: è stato qualcosa di incredibile!

Infine, le chiedo come questa emergenza debba essere sfruttata per portare delle riforme al calcio italiano. Credo che la Federazione e la Lega abbiano il compito di fare delle riforme giuste e appropriate: io ho lavorato sia in Serie D sia in Lega Pro e ci sono molti giocatori che arrivano da queste categorie forti e preparati, che non devono assolutamente rimanere per strada. Ci vogliono riforme concrete, serie e immediate, per ripartire il prossimo anno con grande fiducia e speranza.

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